4 gennaio 2018

I miei occhi ricevono la tranquillità del cielo,
ed ecco che sento passare in me ciò che sente
un albero le cui foglie, semiaperte come coppe,
straripano di luce.

Un pensiero torna frequentemente nel mio cuore,
come questa bruma che sfiora i prati,
mescolandosi al mormorare dell’acqua,
agli stanchi sospiri della brezza.

Immagino d’avere già vissuto nell’infinito
delle cose di questo mondo e che, a questo infinito,
ho dato i miei amori e i miei dolori.


Rabindranath Tagore

 

1 commento:

  1. E' una delle poesie di Tagore che mi piacciono di più. Devo averla postata anch'io anni fa quando avevamo i blog di Splinder... Come passa il tempo.

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